Bortezomib, Melfalan e Prednisone versus Bortezomib, Talidomide e Prednisone come terapia di induzione seguita da trattamento di mantenimento con Bortezomib e Talidomide versus Bortezomib e Prednison
Bortezomib ( Velcade ) più Melfalan e Prednisone è significativamente migliore di Melfalan ( Alkeran ) più Prednisone ( Deltacortene ) da soli per pazienti anziani con mieloma multiplo non-trattato, ma tuttavia gli effetti tossici sono alti.
Uno studio in aperto ha valutato se un nuovo e meno intenso regime basato su Bortezomib fosse in grado di mantenere l’efficacia e ridurre gli effetti tossici.
Nel periodo 2006-2008, 260 pazienti con mieloma multiplo non-trattato, di età uguale o superiore a 65 anni, da 63 Centri spagnoli sono stati assegnati in maniera casuale a ricevere 6 cicli di Bortezomib più Melfalan e Prednisone ( VMP; n=130 ) o di Bortezomib più Talidomide e Prednisone ( VTP; n=130 ) come terapia di induzione, fatta di 1 ciclo di Bortezomib 2 volte a settimana per 6 settimane ( 1.3 mg/m2 ai giorni 1, 4, 8, 11, 22, 25, 29 e 32 ), più Melfalan ( 9 mg/m2 ai giorni 1-4 ) o Talidomide in dose giornaliera ( 100 mg ) e Prednisone ( 60 mg/m2 ai giorni 1-4 ).
Il primo ciclo è stato seguito da 5 cicli di Bortezomib una volta a settimana per 5 settimane ( 1.3 mg/m2 ai giorni 1, 8, 15 e 22 ) più le stesse dosi di Melfalan più Prednisone e Talidomide più Prednisone.
In totale, 178 pazienti hanno completato i 6 cicli di induzione e sono stati assegnati in maniera casuale a terapia di mantenimento con Bortezomib più Prednisone ( n=87 ) o Bortezomib più Talidomide ( n=91 ), in un ciclo convenzionale di Bortezomib per 3 settimane ( 1.3 mg/m2 ai giorni 1, 4, 8 e 11 ) ogni 3 mesi, più Prednisone ( 50 mg a giorni alterni ) o Talidomide ( 50 mg al giorno ), fino a 3 anni.
L’endpoint primario era il tasso di risposta nelle fasi di induzione e mantenimento e le analisi sono state per intention-to-treat.
Nella fase di induzione, 105 ( 81% ) pazienti nel gruppo Bortezomib più Talidomide e Prednisone, e 104 ( 80% ) in quello Bortezomib più Melfalan e Prednisone hanno raggiunto almeno una risposta parziale ( p=0.9 ), inclusi 36 ( 28% ) e 26 ( 20% ) con remissioni complete, rispettivamente ( p=0.2 ).
Il trattamento con Bortezomib più Talidomide e Prednisone ha causato più eventi avversi gravi ( 31% vs 15%, p=0.01 ) e interruzioni ( 17% vs 12%, p=0.03 ), rispetto a quello con Bortezomib più Melfalan e Prednisone.
Le tossicità più comuni ( di grado uguale o superiore a 3 ) sono state infezioni ( 1% nel gruppo Bortezomib più Talidomide e Prednisone vs 7% in quello Bortezomib più Melfalan e Prednisone ), eventi cardiaci ( 8% vs 0 ) e neuropatia periferica ( 7% vs 9% ).
Dopo terapia di mantenimento il tasso di remissione completa è stato pari al 42% ( 44% dei pazienti in remissione completa nel gruppo Bortezomib più Talidomide, 39% nel gruppo Bortezomib più Prednisone ).
Non sono state osservate tossicità ematologiche di grado 3 o superiore durante la terapia di mantenimento; 2% dei pazienti nel gruppo Bortezomib più Prednisone e 7% in quello Bortezomib più Talidomide hanno sviluppato neuropatia periferica.
In conclusione, un trattamento di induzione a intensità ridotta a base di Bortezomib, seguito da mantenimento, è sicuro ed efficace per i pazienti anziani con mieloma multiplo. ( Xagena2010 )
Mateos MV et al, Lancet Oncol 2010; 11: 934-941
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